Cosa mi ha spinto a scrivere questo libro?

La constatazione in anni di lavoro di una serie di esigenze e difficoltà che accomunano gran parte delle persone LGBT ma che finora sono state poco considerate (o totalmente deluse) dai vari operatori sanitari, compresi gli specialisti della nutrizione.  

In generale, quando si parla di salute, gli esperti si rivolgono a una popolazione indistinta e sempre… etero per impostazione predefinita.

Ma il benessere di un individuo può essere valutato senza considerare anche la sua vita affettiva?

No, in assoluto! La tua salute è influenzata dall’unicità del mondo che ruota attorno a te, dalle tue scelte e dal tuo modo di amare.

Omologarti e considerarti “eterosessuale per definizione” è, oltre che sbagliato, fuorviante ai fini della corretta prescrizione di una terapia farmacologica o nutrizionale perché ci sono delle differenze sostanziali da tenere in conto.

In ambito nutrizionale le tue scelte non possono essere banalizzate a particolari abitudini alimentari.

Le differenze di preferenze che coinvolgono la tua intimità e la tua sessualità condizionano il tuo stato emotivo, la tua serenità e il tuo appagamento, anche nei confronti del cibo.

Perché?

Perché esiste uno stretto rapporto tra alimentazione e vita affettiva ed è possibile che il cibo sia diventato per te “l’antidolorifico” con cui cerchi di anestetizzare la sofferenza, la tristezza e la delusione. Quindi, può succedere che mangi troppo o troppo spesso. Mangi per non pensare, per consolarti, per alleviare il dolore.

Evidenziare tutto questo è il modo più sicuro per salvaguardare il tuo benessere perché forse non sai che esistono dei “Big Killer” dietro l’angolo pronti ad attaccarti…